“Sono una persona particolare, non conosco mezze misure e metto tutto me stesso in ogni cosa che faccio. Prima di accettare questa proposta ero a Tivoli, lavoravo da La Fornarina, e poi ho fatto un’esperienza al Tordomatto con Adriano Baldassarre di circa 6 mesi, un passaggio importante per me dal punto di vista professionale”. Simone in cucina non ci è capitato per caso, perché sin da ragazzo aveva le idee chiare: gli studi alberghieri a Palombara, la scuola Les Chefs Blancs a Roma per affinare la tecnica, le esperienze in varie realtà per apprendere i segreti del mestiere. “Ho lasciato la Fornarina perché avevo l’opportunità di andare da Lele Usai a Il Tino per fare il sous chef: lui è una guida per me, in passato mi ha dato molti consigli e ha saputo indirizzarmi al meglio nelle scelte professionali e di vita. La pandemia ha però cambiato le carte in tavola, e nel periodo di quarantena ho ricevuto varie proposte, tra cui questa a Capri.
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